Direzione artistica di Gemma Bertagnolli e Giovanni Bietti
Il rapporto tra musica vocale e musica strumentale è uno degli argomenti più affascinanti e complessi che un Festival possa affrontare. La voce è lo “strumento” naturale del corpo umano, mentre gli strumenti veri e propri sono un’estensione del corpo stesso, ne amplificano le possibilità fisiche attraverso il respiro, il movimento, la coordinazione. Gli strumenti possono raggiungere estensioni di registro, velocità di articolazione, gradazioni dinamiche precluse all’emissione vocale; e tuttavia per molti secoli la musica strumentale ha imitato il gesto vocale, si è direttamente ispirata alle forme, alle tecniche, alle caratteristiche espressive codificate prima di tutto nell’ambito della vocalità. La cosiddetta “emancipazione della musica strumentale”, che i manuali di storia della musica collocano tra il XVI e il XVII secolo, si realizza spesso adattando all’ambito strumentale una scrittura tipicamente vocale: il Ricercare del ‘500 è, mutatis mutandis, una sorta di versione senza parole del Mottetto, e altre forme strumentali del tardo Rinascimento, come la Canzona, mostrano la loro fonte di ispirazione fin dal nome.
Ma forse più interessante, nella prospettiva di questo breve scritto, è il fatto che anche molte forme strumentali “pure” mostrino l’evidente influsso dello stile vocale, che può manifestarsi di volta in volta nella scrittura melodica, nel carattere espressivo, perfino nell’uso di alcuni singoli materiali musicali dal chiaro significato simbolico (“sospiri”, esclamazioni, domande ecc.). Certo, ci sono generi strumentali nei quali l’influenza dello stile vocale è praticamente assente: è il caso delle danze, o delle diverse forme basate sull’improvvisazione come le Fantasie e le Toccate. Ma perfino una forma tipicamente strumentale e virtuosistica come il Concerto solistico del Settecento ha molti punti di contatto con un’Aria d’opera, tanto nell’articolazione formale quanto nella presenza di una “primadonna” che interagisce con un gruppo strumentale.
In effetti è proprio dal teatro d’opera che provengono le suggestioni vocali più evidenti e numerose che ritroviamo nella musica strumentale, e non ci sorprende affatto: a partire dalla metà del Seicento l’opera, in fondo, era il genere musicale più diffuso e prestigioso. Scrivendo un brano strumentale, un compositore poteva attingere a un repertorio inesauribile di simboli e clichés musicali ed espressivi sviluppati nel corso dei decenni nelle opere liriche. Semplificando molto, potremmo dire che nell’estetica Settecentesca il gesto musicale imitava (secondo precise convenzioni, s’intende) gli “affetti”, ossia i sentimenti e le emozioni: già dalle prime note lo spettatore era perfettamente in grado di riconoscere se un’Aria parlava d’amore, o di rabbia, o di dolore. Quindi per un ascoltatore Sette- e Ottocentesco il carattere dolente, o gioioso, o “tempestoso” (o pastorale, marziale, malinconico, comico, o molte altre sfumature) di un passaggio strumentale doveva essere evidente, visto che assomigliava molto a passaggi analoghi di un’Aria o di un Duetto d’opera dove il significato del gesto musicale era reso esplicito dalla presenza del testo letterario. Così, per fare solo un paio di esempi eclatanti, il pubblico di inizio Ottocento riconosceva senz’altro che la Sonata “Les Adieux” (op. 81a) di Beethoven cominciava con un tipico “basso di lamento” discendente, o che il Finale della Sonata op. 28 dello stesso compositore evocava una scena campestre attraverso l’uso di bordoni ostinati “a mo’ di cornamusa”.
Diverso e altrettanto interessante è il tentativo, che troviamo nelle composizioni di moltissimi musicisti, di imitare il carattere vocale di una melodia attraverso la scrittura strumentale. Chopin rende spesso un esplicito omaggio alla vocalità di Bellini (ad esempio nei Notturni), e Mendelssohn si spinge fino a comporre delle “Romanze senza parole”, brani dal carattere inequivocabilmente vocale (che comprendono perfino dei Duetti e dei Canti popolari) affidati però al timbro del solo pianoforte. A questa categoria appartengono tanti movimenti lenti di Sonate, Quartetti e Sinfonie, e a volte il pronunciato carattere vocale può essere indicato dallo stesso compositore: nel Quartetto op. 130 per esempio Beethoven intitola un movimento “Cavatina”, un tipo di Aria breve e concentrata; e diversi brani, già in Mozart e nei suoi contemporanei, portano indicazioni come “Serenata” o “Romanza”. A volte un compositore può addirittura scrivere una linea strumentale che è però esplicitamente pensata come vocale, perfino a partire da un testo specifico. L’esempio supremo di questa pratica è forse la straordinaria raccolta delle Ultime sette parole di Cristo di Haydn, che ascolteremo nel corso del Festival: il tema principale di ognuna delle sette Sonate che compongono la raccolta si adatta perfettamente al testo liturgico (“Pater, dimitte illis”, “Hodie mecum eris in Paradiso”, e così via).
Mi limiterò qui a citare un’ultima categoria musicale che mette a confronto suoni e parole, quella della cosiddetta musica “descrittiva”, o a programma: il brano strumentale che narra racconta una vicenda attraverso i suoni. Si tratta di un genere particolare, diffuso a partire almeno dall’epoca barocca (basta pensare alle Quattro stagioni), che diventa molto frequente nel periodo romantico (nei Poemi sinfonici, o nei numerosissimi Pezzi di carattere pianistici e cameristici) e poi nel Novecento. Il compositore può anche decidere di nascondere dei “segnali” sonori – per esempio dei crittogrammi, o delle brevi citazioni musicali – all’interno della composizione, che diventa così una sorta di messaggio cifrato, in genere destinato a una singola persona amata: succede spesso nella musica di Schumann, e uno straordinario esempio novecentesco è la Suite lirica per quartetto d’archi di Alban Berg.
Le prenotazioni saranno accolte entro le ore 13 di ciascuna giornata in programma.
Per accedere è obbligatorio esibire il Green pass rafforzato e indossare la mascherina FFP2.
Biglietteria aperta un’ora prima dell’inizio degli eventi
Il concerto ci porta immediatamente nel tema della rassegna, la capacità della musica di esprimere affetti, sentimenti, stati d’animo. Maurice Ravel completò il suo Quartetto per archi in fa maggiore nell’aprile 1903, all’età di 28 anni, dieci anni dopo il quartetto in sol minore di Claude Debussy che espresse vivo apprezzamento per la composizione. La critica si divise tra Pierre Lalo, già forte oppositore di Ravel, che definì il quartetto come un’opera non originale, sottolineandone “l’incredibile somiglianza alla musica di M. Debussy” e Jean Marnold, di Mercure de France, che invece elogiò il quartetto e descrisse Ravel come “uno dei maestri di domani”.
Sibelius compose il quartetto Voces intimae nel 1909. Il titolo latino, che si può tradurre in “Voci intime” o “Voci interiori”, segna la qualità colloquiale della musica. Il compositore scrisse del suo lavoro in una lettera alla moglie: “Si è rivelato qualcosa di meraviglioso. Il tipo di cosa che ti fa sorridere le labbra nell’ora della morte. Non dirò altro”
9 febbraio h. 20.30, Reggio Emilia, Palazzo Fontanelli Sacrati, Via Emilia S, Pietro 27. Quartetto Prometeo Musiche di Ravel Quartetto per archi in fa maggiore, J. Sibelius Voces intimae, Quartetto per archi in re minore, op. 56
In luoghi vocati alla tutela dell’ambiente, la Natura traspare nella musica di Mozart, Haydn, Webern in cui le melodie e, a volte, persino i titoli, sembrano ritrarre il mondo naturale che ci circonda. La lezione Musica e Natura di Giovanni Bietti ci introduce all’ascolto di quattro mirabili composizioni: i due quartetti di Joseph Haydn op.76 no.4 in si bemolle Maggiore, Hob.III:78, (detto L’aurora) e l’ Op. 64 n. 5 in re maggiore “Lerchen” (L’allodola), che deve il suo il soprannome all’armoniosa ispirazione e alla graziosa melodia eseguita dal primo violino evocante il canto di questo uccelletto campagnolo che Shakespeare chiamava “La messaggera dell’alba”; il Quartetto per archi n. 17 in si bemolle maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart, K. 458 che fu composto a Vienna il 9 novembre 1784 e che reca il sottotitolo “La caccia”, attribuito forse dall’editore Artaria; il Langsamersatz composto dal poco più che ventenne Anton Webern nel 1905. Nel giugno di quell’anno il compositore era in vacanza con quella che sarebbe diventata sua moglie e ci ha lasciato parole significative sul suo stato d’animo in quel momento: “Camminare per sempre come adesso, tra i fiori con accanto la persona più cara, sentirsi una sola cosa con l’universo”
Giovanni Bietti Musica e Natura
Giovanni Bietti e Quartetto Noûs. Musiche di J. Haydn Quartetto op.76 n°4 e W. A. Mozart Quartetto Kv458
Giovanni Bietti e QuartettOCMantova Musiche di J. Haydn op. 64 N5 “Allodola “e A. Webern Langsamersatz.
Il sentimento universalmente celebrato nella poesia, nella musica e nelle arti non sempre nella società reale ha goduto della considerazione che gli attribuiamo oggi. La storia dell’amore, dai poemi cavallereschi al romanticismo, è ripercorsa attraverso autori ed opere esemplari, dal celeberrimo Combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi ai quartetti di Haydn, Beethoven e Mendelssohn, da I tre sonetti del Petrarca musicati da Listz a Chopin, dai Lieder di Clara e Robert Schumann alla Chanson perpétuelle di E. Chausson per voce, quartetto d’archi e pianoforte. Il programma musicale si arricchisce delle riflessioni sul tema condotte da Peppino Ortoleva già professore ordinario di Storia e teoria dei media all’università di Torino e da Elisa Curti dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e membro del Direttivo del Centro Studi Matteo Maria Boiardo
Peppino Ortoleva L’amore romantico, un mito che tutti viviamo.
Quartetto Lyskamm. Musiche di: J. Haydn, Quartetto op. 20 n. 5 e Felix Mendelssohn Bartholdy, Quartetto in mi bemolle maggiore, op. 44 n.3
Federica Bortoluzzi, pianoforte. Musiche di F. Liszt: I Tre Sonetti del Petrarca, F. Chopin: 2 Notturni op.27. Ballata n.3 op.47
Gemma Bertagnolli soprano, Alessandro Stella pianoforte, QuartettOCMantova. Musiche di E. Chausson Chanson Perpetuelle op. 37 L. van Beethoven op.18 n. 1 in fa maggiore, C. Schumann Er ist gekommen in Sturm und Regenda da Lieder op. 12, R. Schumann Widmung da Myrten op. 25, R. Schumann Liebeslied da Lieder und Gesänge, Vol. II, op. 51, C. Schumann O Lust, o Lust da Lieder aus “Jucunde” von Hermann Rollte op. 23
Elisa Curti “Però ch’Amor è quel che dà la gloria”: l’amore nei romanzi cavallereschi da Boiardo a Tasso. In collaborazione con Centro studi M. Maria Boiardo
Emanuele Petracco, Giorgia Sorichetti voce, Matteo Rozzi, Elisa Franzini violino Isobel Maeve Cordone viola Rolando Moro violoncello Lisa Moroko clavicembalo Sofia Ferri tiorba
Musiche di Claudio Monteverdi Tempro la cetra (testo di Giambattista Marino) da Concerto: settimo libro de Madrigali, Et è pur dunque vero da Scherzi musicali cioè arie et madrigali; Dario Castello Sonata decima sesta à 4 per stromenti d’arco – La battaglia – da Sonate concertate in stil moderno; Claudio Monteverdi Combattimento di Tancredi et Clorinda (testo da Gerusalemme liberata di Torquato Tasso) da Madrigali guerrieri, et amorosi, libro ottavo
Giovanni Bietti Ascoltare Verdi (Laterza 2021)
L’autore ci porta a scoprire passo dopo passo l’evoluzione del pensiero drammatico verdiano, la sua originalissima poetica, la sua visione allo stesso tempo artistica, morale e politica, il modo in cui, secondo molti studiosi, Verdi ha contribuito a “fare l’Italia” e soprattutto a “fare gli italiani”
Per comprendere la complessità e la straordinaria forza espressiva della rappresentazione della morte di Cristo nella tradizione cattolica, vale forse la pena riportare qui le parole con cui Haydn descrive le disposizioni richiestegli dai canonici della Cattedrale di Cadice per l’opera che gli era stata commissionata Musica instrumentale sopra le 7 ultime parole del nostro Redentore in croce ovvero Sette Sonate con una introduzione ed alla fine un Terremoto
“Nella cattedrale di Cadice era tradizione produrre ogni anno un oratorio per la Quaresima, in cui la musica doveva tener conto delle seguenti circostanze. I muri, le finestre, i pilastri della chiesa erano ricoperti di drappi neri e solo una grande lampada che pendeva dal centro del soffitto rompeva quella solenne oscurità. A mezzogiorno le porte venivano chiuse e aveva inizio la cerimonia. Dopo una breve funzione il vescovo saliva sul pulpito e pronunciava la prima delle sette parole (o frasi) tenendo un discorso su di essa. Dopo di che scendeva dal pulpito e si prosternava davanti all‘altare. Questo intervallo di tempo era riempito dalla musica. Allo stesso modo il vescovo pronunciava poi la seconda parola, poi la terza e così via. La musica da me composta dovette adattarsi a queste circostanze e non fu facile scrivere sette Adagi di dieci minuti l‘uno senza annoiare gli ascoltatori: a dire il vero mi fu quasi impossibile rispettare i limiti stabiliti”.
Mons. Tiziano Ghirelli, Le celebrazioni liturgiche della Settimana Santa. Conferenza itinerante fra arte e liturgia.
Quartetto Adorno. Musiche di J. Haydn Le ultime sette parole di Cristo sulla croce
Quartetto Adorno. Musiche di F. Schubert La morte e la fanciulla
La rappresentazione del Sacro nella tradizione e nella contemporaneità costituisce l’argomento di questo quinto weekend. L’arte dei “Madonnari” e l’antica e suggestiva tradizione popolare degli ex-voto, a torto relegate nelle cosiddette arti minori, trovano una particolare espressione durante le celebrazioni del culto Mariano. Al vario repertorio musicale proposto si aggiungono momenti di analisi storico-artistica e performance di arti visive.
La tradizione dei Madonnari, performance di Federico Pillan
Giovanni Bietti e ensemble vocale Prattica di musica. Musiche di G. Palestrina, Anonimo XVI secolo, F. Soto de Langa, D. Quagliati, S. Dentice, T. L. de Victoria
La tradizione dei Madonnari, performance di Federico Pillan
La tradizione dei Madonnari, performance di Federico Pillan
Peppino Ortoleva Raccomandarsi a Maria. La fede e la malasorte
Peppino Ortoleva La rappresentazione del sacro in un’epoca scettica. In contemporanea performance dello street Artist BURLA.
Matteo Cardelli pianoforte. Musiche di F. Listz, Bach-Busoni, L. Janacek, L. van Beethoven
H. 18:30, Teatro Romolo Valli Reggio Emilia
Proiezione della 1° puntata “IL NUOVO E L’ANTICO” del documentario Note oltre i confini realizzato nel 2021 con il contributo della Regione Emilia-Romagna e dei Comuni di Reggio Emilia, Modena, Campo Fossoli di Carpi, Correggio
H. 16:00, Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale, Boretto
Proiezione della 2° puntata “LA MUSICA DELL’ILLUMINISMO” del documentario Note oltre i confini realizzato nel 2021 con il contributo della Regione Emilia-Romagna e dei Comuni di Gualtieri, Guastalla, Luzzara e Novellara
Le forme e lo stile del racconto in musica e nelle arti tra autobiografia, ritratti, personaggi
Reading di Ascanio Celestini I parassiti. Alla fisarmonica Gian Luca Casadei
Giovanni Bietti e Quartetto Noûs. Musiche di A. Berg, Suite lirica, D. Sostakovic, Quartetto n.8
Alice Baccalini al fortepiano restaurato di B. Asioli Musiche di: C. Ph. E. Bach: Fantasia in mi bemolle maggiore, Wq.58, H.277, W. A. Mozart: Rondò in la minore, Kv 511, C. Ph. E. Bach: Rondò in mi minore, Wq.66, H. 272 “Abschied von meinem Silbermannischen Claviere”, L. V. Beethoven: Sonata in fa minore, op.2 n.1. B. Asioli, Allegro Presto dalla Sonata in sol maggiore op.8 n.1
Giovanni Bietti e Quartetto Mitja, Musiche di G. Donizetti Quartetto n. 9 e A. Dvorak L’americano
Il repertorio è vastissimo e spazia dai brani strumentali per solisti a quelli per ensemble da camera, dai duo per violoncello e pianoforte ai quartetti d’archi. Tutti contengono istanti direttamente ispirati alle forme vocali come recitativi e arie. Il tema sarà affrontato attraverso una masterclass condotta dal soprano Gemma Bertagnolli e dal musicologo Giovanni Bietti.
Quartetto Guadagnini
Lezione-Concerto con Giovanni Bietti, Matteo Cardelli pianoforte Giacomo Cardelli violoncello
L.v. Beethoven Variazioni su arie d’opera:
Lezione-Concerto Giovanni Bietti e Quartetto Indaco
Comune di Rubiera
Città di Correggio
Comune di Guastalla
Comune di Scandiano
Comune di Modena
Comune di Campogalliano
Comune di Reggio Emilia
Comune di Formigine
Comune di Castelnuovo Rangone